A chi spettano i fringe benefit: ecco categorie e soglie
Nel panorama lavorativo moderno, il concetto di retribuzione si è evoluto ben oltre il semplice stipendio mensile. I fringe benefit, ossia i benefici accessori concessi dal datore di lavoro ai propri dipendenti, rappresentano oggi una componente importante del welfare aziendale, sempre più apprezzata sia dalle imprese che dai lavoratori. Ma a chi spettano effettivamente questi vantaggi? Quali categorie di lavoratori ne hanno diritto? E quali sono le soglie di tassazione previste? In questo articolo approfondiremo questi aspetti chiave per comprendere appieno il funzionamento dei fringe benefit nel contesto italiano.
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A quali categorie di lavoratori spettano i fringe benefit
I fringe benefit non spettano indistintamente a tutti i lavoratori, ma possono essere riconosciuti secondo criteri stabiliti dall’azienda, dai contratti collettivi, o da normative specifiche. In generale, possiamo distinguere tre macro-categorie di lavoratori che possono beneficiare di questi vantaggi:
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Lavoratori dipendenti
Questa è la categoria principale e più estesa. I fringe benefit vengono riconosciuti soprattutto ai lavoratori subordinati, a tempo pieno o parziale, con contratti a tempo determinato o indeterminato. Tali benefici fanno parte del pacchetto retributivo e possono includere auto aziendale a uso promiscuo, assicurazione sanitaria, corsi di formazione, dispositivi elettronici aziendali, e contributi per asilo nido o scuole private.
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Dirigenti
In genere, a dirigenti e quadri vengono riservati fringe benefit di valore più elevato o esclusivo, come ad esempio l’uso di auto di rappresentanza, bonus alloggio, polizze assicurative integrative e premi di risultato. Le aziende utilizzano questi benefit come strumenti di retention e valorizzazione del capitale umano in posizioni apicali.
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Altre tipologie di contratto
In alcuni casi specifici possono accedere ai fringe benefit anche collaboratori coordinati e continuativi (i cosiddetti “co.co.co.”), tirocinanti e liberi professionisti che collaborano stabilmente con l’azienda. In questi casi, tuttavia, i benefit non rientrano nel reddito da lavoro dipendente ma possono avere trattamenti fiscali differenti o non essere considerati affatto, pertanto è importante informarsi prima.
Soglie di tassazione a seconda della categoria di lavoratori
Un aspetto fondamentale per comprendere la portata dei fringe benefit riguarda il loro trattamento fiscale. In Italia, i benefit concorrono generalmente alla formazione del reddito da lavoro dipendente, ma sono previste soglie di esenzione entro le quali il valore del beneficio non è soggetto a tassazione né a contributi previdenziali.
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Soglia ordinaria: 258,23 euro
Fino al 2022, la soglia ordinaria prevista dall’art. 51, comma 3, del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) era di 258,23 euro annui. Entro questo limite, i fringe benefit concessi dal datore di lavoro (ad esempio buoni acquisto, dispositivi elettronici, carburante) non erano imponibili. Il superamento di tale soglia rendeva invece l’intero valore del benefit imponibile, e non solo la parte eccedente.
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Soglie temporanee e aumentate
Negli ultimi anni, per far fronte a situazioni straordinarie come la pandemia da COVID-19 e la crisi energetica, il legislatore ha introdotto soglie aumentate temporaneamente. Per esempio:
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nel 2022, la soglia fu portata a 600 euro annui;
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nel 2023, è stata aumentata a 3.000 euro, ma con una distinzione importante:
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3.000 euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico;
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1.000 euro per tutti gli altri dipendenti;
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come per il 2024, per il triennio 2025-2027 le soglie di esenzione fiscale per i fringe benefit sono state confermate a:
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fino a 1.000 euro annui per tutti i dipendenti;
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fino a 2. 000 euro annui per i dipendenti con figli a carico.
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Tali soglie temporanee hanno incluso non solo i benefit classici, ma anche il rimborso delle utenze domestiche (bollette di luce, acqua e gas), ampliando così le possibilità di esenzione fiscale -
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Differenziazioni per categoria
Sebbene le soglie siano generalmente valide per tutti i lavoratori dipendenti, le aziende possono prevedere diversi livelli di benefit a seconda del livello contrattuale. Ad esempio, i dirigenti possono ricevere benefit superiori rispetto agli impiegati, ma l’esenzione fiscale resta soggetta alle stesse soglie, salvo eventuali deroghe o trattamenti agevolati previsti da specifici contratti collettivi o accordi aziendali.
Tipologie di fringe benefit più comuni
Per meglio comprendere l’impatto dei fringe benefit, è utile analizzare le tipologie più diffuse tra i lavoratori italiani:
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auto aziendale: se concessa anche per uso personale, è tassata in base a tabelle ACI e alla percorrenza stimata;
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polizze assicurative sanitarie o vita;
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dispositivi elettronici aziendali: computer, tablet e smartphone sono esenti se concessi per fini lavorativi;
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contributi per asilo nido o scuole: possono rientrare in piani di welfare aziendale esenti da tassazione se strutturati correttamente;
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abbonamenti per trasporto pubblico: esenti se concessi per finalità lavorative.
Vantaggi fiscali per lavoratori e aziende
L’adozione dei fringe benefit presenta vantaggi per i lavoratori, che ottengono beni e servizi aggiuntivi senza aggravi fiscali (entro le soglie), e per le aziende, che possono:
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fidelizzare e motivare il personale;
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ridurre il costo del lavoro, grazie alla deducibilità fiscale dei benefit;
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migliorare l’immagine aziendale, mostrando attenzione al benessere dei dipendenti.
Inoltre, l’inclusione di fringe benefit all’interno di piani di welfare aziendale formalizzati consente una gestione ancora più efficiente e strutturata.
Obblighi e attenzione nella gestione
Tuttavia, è fondamentale per le aziende prestare attenzione alla tracciabilità di questi benefit, per cui ogni erogazione deve essere documentata e attribuita nominalmente al dipendente. Il valore economico deve essere inoltre attribuito correttamente a ciascuno dei benefit concessi onde evitare errori fiscali o contributivi. Infine, è fondamentale essere conformi con le normative vigenti: le soglie e i criteri possono variare ogni anno in base alla legge di Bilancio o ad altri interventi normativi, ed è quindi indispensabile un costante aggiornamento.
I fringe benefit rappresentano oggi un pilastro importante nella costruzione di un rapporto di lavoro moderno e incentivante. Se gestiti correttamente, offrono vantaggi reciproci: migliorano la qualità della vita dei lavoratori e aiutano le imprese a costruire un ambiente di lavoro più attrattivo e produttivo. Tuttavia, è essenziale conoscere le categorie di lavoratori coinvolti, rispettare le soglie fiscali previste e aggiornarsi continuamente sulle normative vigenti per sfruttarne appieno i benefici, evitando sanzioni o irregolarità.