Fringe benefit per amministratori: tutto quel che c’è da sapere


I fringe benefit rappresentano un'importante leva di incentivazione all’interno delle aziende, non solo per i dipendenti, ma anche per gli amministratori. Tuttavia, la loro applicazione nei confronti di figure come l’amministratore unico o membri del consiglio di amministrazione può sollevare domande di carattere fiscale, contributivo e gestionale. Ecco perché in questo articolo vogliamo approfondire in particolare la natura dei fringe benefit per amministratori, le condizioni per la loro erogazione, i principali vantaggi e le implicazioni normative, offrendo una panoramica completa per imprese e professionisti.


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Come i fringe benefit si applicano agli amministratori

I fringe benefit, o compensi in natura, sono beni o servizi concessi dall’azienda al lavoratore in aggiunta alla regolare retribuzione monetaria. Per gli amministratori, che spesso non sono legati all’azienda da un contratto di lavoro subordinato ma da un rapporto di tipo autonomo, l’attribuzione di fringe benefit può presentare caratteristiche particolari.


L’erogazione di benefici come auto aziendali, alloggio o polizze assicurative può essere prevista nel contratto di nomina o nella delibera dell’assemblea, purché risulti chiara la volontà dell’azienda di fornire tali vantaggi come parte del compenso.


Fringe benefit per amministratori senza compenso

Un caso frequente è quello degli amministratori senza compenso, spesso presenti in aziende quali startup, aziende familiari o realtà in fase di avviamento. In questi casi, l'erogazione di fringe benefit è ammessa, ma assume particolare rilevanza sotto il profilo fiscale: l’interpello dell’Agenzia delle Entrate n. 522/2019 ha chiarito che, in mancanza di un compenso, il fringe benefit svolge una funzione retributiva e, di conseguenza, è soggetto a tassazione integrale. È quindi fondamentale prevedere una chiara documentazione contrattuale che ne legittimi l’attribuzione, evitando il rischio di riqualificazioni o contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.


Fringe benefit per amministratore unico Srl

Nel caso dell’amministratore unico di una Srl, i fringe benefit seguono regole simili a quelle previste per altri amministratori, ma con l’aggravante del rischio di autoconcessione del beneficio. L’autorizzazione all’erogazione di fringe benefit deve infatti essere formalizzata da un atto dell’assemblea dei soci o da un atto societario idoneo a evitare conflitti di interesse e possibili profili di elusione fiscale.

Quali sono i fringe benefit più diffusi riconosciuti agli amministratori

I fringe benefit per amministratori possono comprendere:

  • Auto aziendale ad uso promiscuo: beneficio tra i più diffusi, consente all’amministratore di utilizzare un veicolo dell’azienda anche per finalità personali.

  • Alloggio: locazioni o abitazioni concesse dall’azienda come benefit, soprattutto nei casi di trasferte lunghe o amministratori non residenti.

  • Polizze assicurative: coperture sanitarie o assicurative (infortuni, vita, TCM) spesso rientrano nei pacchetti di compensi accessori.

  • Rimborsi spese: se documentati correttamente, possono essere concessi anche agli amministratori.

  • Formazione e aggiornamento professionale: corsi e master a spese dell’azienda, purché collegati all’attività.


Tutti questi benefit devono essere quantificabili economicamente per essere inclusi nel reddito imponibile dell’amministratore.

Regime fiscale e contributivo: cosa dice la normativa

Dal punto di vista fiscale, i fringe benefit concessi agli amministratori rientrano tra i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (art. 50 del TUIR). Questo comporta che:

  • Vanno assoggettati a IRPEF.

  • Vanno soggetti a contribuzione INPS, salvo eccezioni per amministratori già pensionati o con altra posizione previdenziale.


Per quanto riguarda le soglie di esenzione, il legislatore ha fissato per i lavoratori dipendenti un limite di fringe benefit non tassabili fino a 1000 o 2000 euro (a seconda che si abbiano o meno figli a carico), secondo le normative vigenti nell’anno 2025, più precisamente nel triennio 2025-2027. Tuttavia, questa soglia non è sempre applicabile agli amministratori, per i quali si considera generalmente la tassazione piena del valore del benefit, salvo diversa interpretazione da parte degli uffici fiscali.


Fringe benefit amministratori: come si registrano in contabilità

I fringe benefit concessi agli amministratori, come ai dipendenti, rappresentano un costo per l’azienda e vengono generalmente contabilizzati come costi del personale, nella voce B9 del conto economico.


Uno dei fringe benefit più diffusi per gli amministratori è l’auto aziendale concessa ad uso promiscuo, che viene messa a disposizione del lavoratore. Ma come viene registrata l’auto? Va notato che se sono a carico dell’azienda anche gli oneri accessori come assicurazione, manutenzione o carburante fanno parte del beneficio offerto.


L’assegnazione dell’auto comporta precisi adempimenti contabili e fiscali, in particolare:

  • la determinazione del valore imponibile secondo i criteri previsti (es. 30% di 15.000 km x costo ACI);

  • la registrazione del fringe benefit nel libro paga;

  • l’eventuale trattenuta IRPEF e contributi sul valore del beneficio;

  • la possibilità, per l’azienda, di dedurre i costi e detrarre l’IVA in misura variabile a seconda dell’utilizzo e della normativa vigente.


Questa forma di compenso può risultare fiscalmente vantaggiosa rispetto all’erogazione di un’indennità monetaria equivalente, permettendo all’impresa di scaricare parte dei costi.

Fringe benefit o aumento del compenso? Cosa conviene all’azienda

Dal punto di vista aziendale, può essere più vantaggioso attribuire fringe benefit piuttosto che aumentare il compenso monetario, per diverse ragioni:

  • Efficienza fiscale: in alcuni casi, i benefit possono essere dedotti integralmente dal reddito d’impresa.

  • Motivazione e fidelizzazione: l’accesso a beni o servizi può avere un impatto psicologico positivo superiore a un semplice aumento di stipendio.

  • Ottimizzazione del cuneo fiscale: in taluni casi, la tassazione del fringe benefit risulta inferiore rispetto a quella del compenso in denaro.


Tuttavia, la valutazione va effettuata caso per caso, con il supporto di un consulente fiscale, tenendo conto della sostenibilità economica per l’azienda e della convenienza netta per l’amministratore.

Aspetti critici e attenzione agli abusi

L’erogazione di fringe benefit agli amministratori deve essere sempre trasparente, documentata e deliberata in sede societaria, al fine di evitare:

  • Contestazioni fiscali per mancata tassazione o deduzione indebita.

  • Sanzioni per autoconcessione nel caso di amministratore unico.

  • Problematiche contributive in caso di errata gestione del rapporto con l’INPS.


È inoltre sconsigliato adottare fringe benefit mascherati da spese aziendali (es. uso personale di beni intestati all’azienda) senza una chiara documentazione.

Conclusione: cosa fare per gestire correttamente i fringe benefit

Per gestire in modo corretto i fringe benefit per amministratori, un’azienda dovrebbe:

  • Formalizzare i benefit in un contratto o delibera assembleare.

  • Valutarne l’impatto fiscale e contributivo con il supporto di un commercialista.

  • Predisporre una rendicontazione chiara per ciascun benefit attribuito.

  • Mantenere la coerenza con la normativa vigente, che può variare nel tempo.


Inoltre, una comunicazione chiara ed efficace è fondamentale per il successo di un piano di fringe benefit rivolto ad amministratori e dipendenti. Illustrare in modo trasparente e coinvolgente i vantaggi del pacchetto permette ai destinatari di comprenderne il valore, favorendo il coinvolgimento, la motivazione e la soddisfazione, e prevenendo fraintendimenti o aspettative errate.


Per una comunicazione efficace dei fringe benefit, è importante organizzare incontri informativi e fornire strumenti di supporto come guide e portali dedicati. Chiarire i vantaggi fiscali rafforza la reputazione dell’azienda, mentre un canale aperto per domande e feedback consente di adattare e migliorare continuamente il piano.


I fringe benefit sono uno strumento potente di compensazione e ottimizzazione fiscale, ma vanno usati con attenzione. Solo una corretta gestione ne garantisce l’efficacia e la legittimità.