Welfare aziendale 2023: tutte le novità per aziende e dipendenti

Il welfare aziendale è ormai un must in tutte le aziende che hanno a cuore il benessere dei propri dipendenti. Ma di cosa si tratta? E quali sono i vantaggi e le news per il 2023?


Il 2022 si è concluso con diverse novità riguardanti il welfare aziendale e i fringe benefits. Produttività e benessere del dipendente sono due parole chiave per definire un piano di welfare aziendale ben strutturato e basato sulle reali esigenze di aziende e lavoratori. Ma come funziona di preciso? E perché le aziende dovrebbero attivarlo? In questo articolo parleremo di questo e molto altro, dalle novità previste per il 2023 dalla normativa alla definizione di fringe benefit fino a tutti i vantaggi per dipendenti e datori di lavoro.

Che cosa si intende per welfare aziendale

Oggigiorno si parla tanto di welfare aziendale ma forse non tutti sanno in cosa consiste di preciso e come funziona. Con welfare aziendale si intendono tutte quelle iniziative predisposte dal datore di lavoro con lo scopo di garantire il massimo benessere ai suoi dipendenti attraverso l’erogazione di beni e servizi che mirino a favorire la conciliazione tra la vita privata e quella professionale, il cosiddetto work-life balance, e ad aumentare il loro potere d’acquisto senza incorrere in un aumento del reddito imponibile.


Si tratta quindi di uno strumento prezioso che mette al centro le persone e che tutte le aziende, comprese le piccole e medie imprese, dovrebbero mettere in atto in modo da ottenere diversi vantaggi per se stesse e per i lavoratori. Il welfare aziendale può tradursi nei cosiddetti fringe benefit e flexible benefits. Ma di cosa si tratta?

Welfare aziendale e fringe benefit

I fringe benefit, o benefici accessori, sono dei bonus regolati dall’articolo 51 del TUIR (Testo Unico sulle Imposte sui Redditi) che consistono in beni o servizi riservati ai dipendenti con lo scopo di migliorare la sfera lavorativa e privata. Si tratta di compensi in natura e quindi di benefit che non vengono concessi sotto forma di denaro. Non sono da confondere con i flexible benefits perché sono sottoposti a differenti tipi di trattamento economico. Qual è la differenza? I fringe benefits sono considerati come una parte aggiuntiva di retribuzione rispetto a quella ordinaria e quindi sono soggetti soltanto in parte a tassazione agevolata, mentre i flexible benefits vengono considerati come complementari alla retribuzione ordinaria e per questo motivo sono totalmente esonerati dal pagamento di imposte e contributi sul reddito da parte del dipendente.


Ma nel concreto cosa rientra fra i fringe benefits? Tra i più apprezzati e utilizzati si trova sicuramente la concessione al dipendente di un’auto aziendale di proprietà dell’azienda. Ma non solo, rientrano in questa categoria anche

  • polizze assicurative

  • alloggi per il dipendente e per la famiglia

  • prestiti agevolati

  • buoni pasto

  • sconti e convenzioni

Quali sono i vantaggi del welfare per azienda e dipendenti?

Un piano welfare creato su misura garantisce numerosi benefici sia alle aziende che decidono di erogare i premi sia ai dipendenti che li ricevono.


Partiamo dai vantaggi per i lavoratori. Il dipendente che riceve benefit aziendali lavorerà con maggiore serenità. Questo si traduce in tre vantaggi principali:

  • miglioramento dell’equilibrio vita privata-lavoro, che permette di dedicare più tempo alla famiglia, alle attività ricreative e alla vita personale in generale;

  • aumento del potere d’acquisto ricevendo, ad esempio, buoni spesa, buoni pasto, rimborsi delle spese di trasporto. In questo modo, infatti, il lavoratore otterrà un notevole risparmio su alcune spese fisse mensili;

  • riduzione dello stress


Per quanto riguarda le aziende, invece, con l’adozione del welfare aziendale a favore dei propri dipendenti sarà possibile assistere a:

  • una riduzione del turnover aziendale e del tasso di assenteismo

  • un ambiente di lavoro positivo che attirerà nuovi talenti

  • un miglioramento della produttività come naturale conseguenza di un miglior clima aziendale


E cosa dire dei vantaggi fiscali? I vantaggi fiscali dell’adozione di misure di welfare aziendale per le imprese sono un aspetto molto interessante da considerare. Tra i principali vantaggi possiamo elencare:

  • la riduzione del costo del personale. Le aziende, infatti, possono ottenere un risparmio fino al 40% sugli importi lordi pagati ai propri collaboratori;

  • la possibilità di detrarre le spese sostenute per la fornitura di servizi di welfare aziendale. La percentuale di detrazione fiscale varia dal 5 per mille della spesa totale fino al 100%, a seconda delle specifiche condizioni previste per l’applicazione delle misure di welfare;

  • la riduzione del cuneo fiscale rispetto all’erogazione di una somma di denaro equivalente ai servizi welfare offerti.

Welfare aziendale: quali sono le novità del 2023

Negli ultimi anni il governo ha previsto diversi interventi legislativi per incentivare le aziende a emettere beni e servizi destinati ai propri dipendenti e alle loro famiglie. Tutto ciò con lo scopo di dare loro un sostegno e contrastare le numerose difficoltà derivanti da un lungo periodo di crisi. In particolare, nel 2022 si è assistito a un notevole aumento dei prezzi dell’energia e del carrello della spesa. Per questo motivo, una delle misure adottate dal Decreto Aiuti è stata quella di portare a 3000 euro la soglia al di sotto della quale non tassare i fringe benefits emessi dai datori di lavoro ai propri collaboratori.


Un altro intervento ha riguardato l’erogazione volontaria di buoni carburante fino a 200 euro per ogni dipendente, mentre per la prima volta è stato possibile includere nel regime di esenzione anche gli importi erogati dalle aziende ai dipendenti per il pagamento delle utenze domestiche.


Ma quali sono le novità per il 2023? Con la Legge 3 luglio 2023, n. 85, per tutto il 2023, il limite di esenzione fiscale e previdenziale per i fringe benefit torna a 3.000,00€ all’anno, ma solo per dipendenti con figli fiscalmente a carico. Nell’ambito di questo importo possono essere riconosciuti anche i rimborsi delle utenze domestiche di acqua, luce e gas (sempre solo per i dipendenti con figli fiscalmente a carico). Per i dipendenti SENZA figli fiscalmente a carico, il limite rimane a 258,23€, e NON si possono attivare le utenze domestiche. Rimane inoltre la possibilità di erogare buoni benzina per un valore massimo di 200 euro a lavoratore. Ad ogni modo, sempre più aziende decidono di attivare dei piani di welfare aziendali perché consapevoli degli innumerevoli benefici.

Quali sono i benefit che rientrano nel welfare aziendale 2023?

Tra i benefit che rientrano nel welfare aziendale per l’anno 2023 troviamo alcune iniziative che riguardano sia il singolo lavoratore che la sua famiglia. Ecco qualche esempio:

  • Finanziamenti e mutui

  • Corsi di formazione

  • Assistenza e cura dei familiari

  • Assicurazione sanitaria

  • Previdenza complementare

  • Attività ricreative e culturali come abbonamenti a teatri, cinema e musei

  • Trasporto pubblico, con il rimborso degli importi utilizzati per i viaggi di andata e ritorno dalla sede di lavoro

  • Istruzione e educazione con il rimborso di rette scolastiche, acquisto libri, doposcuola, centri estivi per i propri figli

  • Acquisti vari. Limite massimo per i fringe benefitper per il 2023 è di 3,000€, ma solo per dipendenti con figli fiscalmente a carico. Il limite resta a 258,23€ per tutti gli altri dipendenti (Legge 3 luglio 2023, n. 85)

  • Rimborso utenze domestiche di acqua, luce e gas: solo per dipendenti con figli fiscalmente a carico, e solo per il 2023. Rientrano nel regime di esenzione dei Fringe Benefit, quindi sono compresi nel tetto massimo dei 3.000,00€.


Attenzione però: il welfare aziendale non consiste nella mera erogazione di beni e servizi come quelli sopraelencati. Il datore di lavoro, infatti, anche nel 2023 potrà migliorare ulteriormente la vita dei propri dipendenti concedendo loro la possibilità di usufruire di soluzioni come

  • lo smart working

  • la banca ore

  • la flessibilità oraria

  • il telelavoro