Welfare aziendale e fisco: quali sono i vantaggi per aziende e dipendenti?

L’introduzione di un piano di welfare in azienda permette di soddisfare le necessità dei dipendenti, favorendo il bilanciamento vita-lavoro ottenendo, allo stesso tempo diversi vantaggi, anche fiscali. Scopri quali sono i benefici fiscali del welfare aziendale per aziende e dipendenti.


Negli ultimi anni, anche grazie alle agevolazioni fiscali introdotte dalle Leggi di Bilancio, il welfare aziendale è diventato uno strumento sempre più diffuso. Non solo le aziende riconoscono i benefici che offre in termini di aumento della produttività e di soddisfazione dei dipendenti. Apprezzano anche i vantaggi fiscali che derivano dall’introduzione di un piano di welfare e dall’eventuale scelta dei lavoratori di convertire il premio di risultato in servizi di welfare.


Vuoi sapere come accedere a questi vantaggi e sfruttarli al meglio per garantire alla tua azienda tutti i benefici che possono derivare dall’applicazione del welfare aziendale? In questa guida trovi tante informazioni utili su welfare aziendale e fisco.

Quali sono i vantaggi fiscali del welfare aziendale per le aziende?

Uno degli aspetti più interessanti dell’applicazione di misure di welfare aziendale per le imprese è rappresentato dai vantaggi fiscali che ne derivano. In particolare:

  • riduzione dei costi del personale. Un’azienda può arrivare a risparmiare fino al 40% sugli importi lordi erogati ai collaboratori

  • riduzione del cuneo fiscale rispetto all’erogazione di una somma in denaro di un valore pari a quello dei servizi di welfare erogati

  • deducibilità delle spese sostenute per l’erogazione del welfare aziendale, che può andare dal 5 per mille della spesa totale al 100%, a seconda delle condizioni di applicazione delle misure di welfare

Welfare aziendale previsto dal CCNL di categoria: quali sono i vantaggi fiscali?

I CCNL di categoria di diversi settori industriali ed economici, tra cui metalmeccanico, orafi e argentieri, turismo e telecomunicazioni, regolamentano l’erogazione dei contributi welfare, stabilendo anche la somma che ciascuna azienda deve investire per ogni dipendente.


In questo caso, la legge prevede che le somme spese dalle aziende per i contributi welfare dei lavoratori siano interamente deducibili dalle tasse.

Welfare aziendale unilaterale: quando si ha il diritto di accedere alle agevolazioni fiscali?

Un’azienda può ottenere dei vantaggi fiscali anche qualora la decisione di attivare un piano di welfare a favore dei dipendenti che non sia legato alla contrattazione collettiva: il cosiddetto welfare unilaterale. In particolare, l’azienda ha la possibilità di:

  • portare in deduzione l’intera somma spesa per l’erogazione dei benefit ai dipendenti, purché questa non superi la soglia prevista dalla legge, che è fissata a 3.000,00€ all’anno per dipendenti con figli fiscalmente a carico (per il 2023, con la Legge 3 luglio 2023, n. 85, la soglia di esenzione aumenta, ma solo per dipendenti con figli fiscalmente a carico. Il limite resta a 258,23€ per tutti gli altri dipendenti). Questo nel caso in cui non sia presente un regolamento aziendale

  • portare in deduzione il 100% della spesa sostenuta per l’erogazione di misure di welfare, nel caso in cui sia presente un regolamento aziendale che ne preveda le modalità di erogazione e dal quale l’azienda non possa recedere

  • portare in deduzione il 5 per mille delle spese per il welfare che superino la soglia di 258,23 euro annui, nel caso in cui non sia presente alcun regolamento aziendale

Conversione del premio del risultato in welfare aziendale: ci sono vantaggi per le aziende?

Se questa possibilità è prevista da un accordo territoriale o di 2° livello, i dipendenti di un’azienda possono decidere di convertire il premio di risultato in welfare aziendale. Ciò vuol dire che, invece di ricevere una somma in denaro aggiuntiva in busta paga, hanno la facoltà di usufruire dei servizi di welfare aziendale messi a disposizione dal datore di lavoro.


In questo caso, anche se la decisione spetta al lavoratore, l’azienda può comunque ottenere diverse agevolazioni fiscali, in quanto l’importo convertito in welfare non è soggetto ad alcuna tassazione né al versamento di oneri contributivi. Inoltre, per questi importi all’azienda è riconosciuta la piena deducibilità.

Quali sono le misure di welfare aziendale che permettono alle aziende di ottenere delle agevolazioni fiscali?

Per conoscere quali siano le misure di welfare aziendale che consentono alle aziende di accedere alle agevolazioni fiscali bisogna far riferimento alla normativa vigente, che è costituita dal TUIR, il Testo Unico sulle Imposte sui Redditi. E, in particolare, agli articoli 51 e 100 della Legge.


Il comma 2 dell’articolo 51 del TUIR, nell’indicare quali siano i servizi che non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente, fornisce anche alle aziende delle linee guida su quali misure siano considerate welfare aziendale e permettano di accedere alle agevolazioni fiscali.


In particolare, sono considerati servizi di welfare aziendale:

  • i versamenti integrativi a fondi di previdenza complementare

  • i contributi versati per l’assistenza sanitaria integrativa

  • il rimborso delle spese di viaggio o l’abbonamento ai servizi di trasporto pubblico

  • prestazioni sanitarie

  • beni e servizi in natura (buoni per il carburante, ricariche telefoniche, buoni per lo shopping), erogati anche sotto forma di voucher. In questo caso si deve tenere presente che l’agevolazione viene riconosciuta solo se il valore dei beni e servizi erogati non supera la somma di 3.000,00 annui fissata per i fringe benefit del 2022

  • servizi di assistenza familiare, sia per i bambini, sia per gli anziani (baby-sitting, assistenza domiciliare o residenziale per persone non autosufficienti)

  • spese per educazione e istruzione del dipendente e dei suoi familiari, tra cui corsi di formazione extraprofessionale, università, corsi di lingua, acquisto di testi scolastici, rette d’iscrizione, campus estivi, ecc

  • servizi per il tempo libero, come i viaggi o gli ingressi a cinema, teatri e musei o gli abbonamenti a palestre e piscine


All’articolo 100 viene invece specificato che la deducibilità è ammessa nel caso in cui tali servizi vengano erogati alla totalità dei dipendenti o ad una categoria omogenea di lavoratori.

Welfare aziendale e vantaggi per dipendenti

L’applicazione del welfare aziendale offre diversi vantaggi fiscali anche ai dipendenti delle aziende. Che non solo potranno accedere ai numerosi servizi previsti dal paniere predisposto dall’azienda, ma vedranno aumentare anche il proprio potere d’acquisto, proprio grazie alle agevolazioni fiscali previste per le aziende che scelgono di erogare ai propri dipendenti misure di welfare aziendale.


Contributi welfare previsti dal CCNL: quali sono i vantaggi per i dipendenti?

Nel caso in cui i contributi welfare siano previsti dal CCNL di categoria, questi ultimi, per il dipendente, non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali.


Welfare unilaterale: è vantaggioso per i dipendenti?

Nel caso le misure di welfare vengano erogate per un’iniziativa unilaterale dell’azienda, queste non concorrono comunque alla formazione del reddito da lavoro dipendente e, quindi, non risultano imponibili ai fini fiscali e previdenziali. Anche in questo caso, il valore dei servizi offerti non deve superare i 258,23 euro annui se non è presente un regolamento aziendale che regolamenti l’erogazione delle misure di welfare. Per il 2023, con la Legge 3 luglio 2023, n. 85, il tetto sale a 3.000€, ma solo per dipendenti con figli fiscalmente a carico.


Misure di welfare derivanti dalla conversione del premio di risultato: quali sono i benefici fiscali per i dipendenti?

Nel caso in cui ai lavoratori venga offerta la possibilità di convertire il proprio premio di risultato in misure di welfare, i beni e servizi oggetto della conversione non rientrano nel reddito imponibile e sono, quindi, esenti dalla tassazione IRPEF e dal versamento dei contributi INPS. Inoltre, nel caso decida di convertire il proprio premio di risultato in contributi previdenziali o destinati all’assistenza sanitaria integrativa, per il lavoratore è ammessa la possibilità di superare le soglie di deducibilità normalmente previste per la previdenza complementare (€ 5.164,57) e l’assistenza sanitaria integrativa (€ 3.615,20). Tali agevolazioni sono ammesse per la conversione di premi di produzione che non superino i 3.000 euro all’anno, erogati a lavoratori che abbiano uno stipendio annuo lordo inferiore a 80.000 euro.